La chemioterapia è necessaria prima dell’intervento al seno?

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La diagnosi di tumore al seno porta con sé una serie di interrogativi e la scelta del percorso terapeutico ricopre un ruolo centrale. Tra le domande più frequenti vi è se la chemioterapia sia necessaria prima dell’intervento chirurgico. Non esiste una risposta univoca, poiché la decisione viene presa caso per caso, valutando attentamente le caratteristiche del tumore e della paziente stessa. Approfondiremo questo tema cruciale, analizzando i fattori che influenzano la scelta terapeutica e cercando di fare chiarezza in un momento così delicato.

Quando si cura il tumore al seno c’è una domanda comune che i chirurghi, gli specialisti del tumore al seno e i pazienti possono porsi.

Dobbiamo sottoporci alla chemioterapia prima o dopo l’intervento al seno?

“Tradizionalmente abbiamo eseguito prima l’intervento chirurgico e poi abbiamo seguito la chemioterapia o altri trattamenti”, afferma la specialista del cancro al seno Halle Moore, MD, “ma per alcune pazienti ha più senso invertire l’ordine”.

Grazie ai miglioramenti nella chemioterapia e alle nuove idee sull’ordine dei trattamenti, la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico per il tumore al seno è diventata una soluzione efficace per molte pazienti.

Che cos’è la terapia neoadiuvante?

La terapia neoadiuvante è un approccio terapeutico che si concentra su questo tipo di ordine inverso. L’idea è di ridurre prima il tumore con la chemioterapia prima di qualsiasi passaggio successivo, in particolare la chirurgia.

“Questo approccio non solo può migliorare le opzioni chirurgiche, ma consente anche una migliore valutazione della risposta del paziente alla chemioterapia”, afferma il dott. Moore. “Può anche fornire raccomandazioni migliori per i trattamenti di follow-up dopo l’intervento chirurgico. L’approccio non funziona per tutti, ma vale sicuramente la pena discuterne con il medico per scoprire se si è un candidato”.

Migliorare le opzioni chirurgiche

Tenete presente che non tutti i tumori al seno richiedono la chemioterapia. E solo alcuni tumori sono idonei per la chemioterapia neoadiuvante.

In passato, la terapia neoadiuvante veniva somministrata principalmente ai tumori localmente avanzati o inoperabili, per aumentare le possibilità di successo dell’intervento chirurgico.

Ma studi più recenti hanno dimostrato che, per i tumori effettivamente operabili, la somministrazione della chemioterapia prima dell’intervento chirurgico ha migliorato le possibilità di un intervento chirurgico conservativo del seno, eliminando spesso la necessità di una mastectomia in molte pazienti.

Successo per alcuni tipi di cancro

Nella scelta di somministrare la chemioterapia neoadiuvante vengono presi in considerazione alcuni fattori, tra cui le dimensioni del tumore, l’evidenza del coinvolgimento dei linfonodi e il tipo di tumore al seno.

“Alcuni tipi specifici di cancro al seno hanno maggiori probabilità di rispondere alla chemioterapia neoadiuvante”, afferma il dott. Moore.

A meno che il tumore non sia molto piccolo e non presenti alcun coinvolgimento dei linfonodi, la maggior parte delle pazienti con carcinoma mammario triplo negativo o HER2 positivo saranno candidate alla chemioterapia, sia preoperatoria che postoperatoria.

Nei casi migliori, questa terapia può sradicare completamente ogni tumore visibile dal seno, producendo quella che viene chiamata una risposta patologica completa. Ciò significa che un patologo non trova traccia del tumore invasivo nel seno o nei linfonodi dopo il trattamento.

Questa è una buona notizia non solo nel breve termine, ma anche per tutta la vita del paziente, poiché la presenza di una risposta completa è generalmente associata a una prognosi eccellente.

Per i pazienti che non hanno una risposta completa alla chemioterapia neoadiuvante, possono essere somministrati trattamenti aggiuntivi anche nel contesto post-operatorio o “adiuvante” per migliorare i risultati a lungo termine. In questo modo, i trattamenti possono essere personalizzati. Spesso ciò significa applicare trattamenti più intensivi a coloro che sono a rischio più elevato.

Per le donne con tumore al seno positivo al recettore degli estrogeni (il tipo più comune) la chemioterapia neoadiuvante potrebbe non essere sempre la migliore opzione. In pazienti selezionate, la terapia anti-estrogeno potrebbe invece aiutare a ridurre un tumore prima dell’intervento chirurgico, afferma il dott. Moore.

Altri modi per definire la terapia neoadiuvante

La terapia neoadiuvante non si limita alla chemioterapia. Ad esempio, i farmaci anti-HER2 trastuzumab e pertuzumab (trattamenti anticorpali basati su iniezione) sono noti per migliorare i risultati nel carcinoma mammario HER2-positivo, se aggiunti alla chemioterapia.

L’obiettivo generale è la tua cura personalizzata

“Se hai il cancro al seno, non puoi sottovalutare l’importanza di consultare un team multidisciplinare prima di iniziare il trattamento: può essere difficile da accettare, ma non sei sola e loro sono lì per aiutarti”, afferma la Dott.ssa Moore.

“L’obiettivo è di personalizzare la terapia in modo personalizzato per evitare sia il sottotrattamento che il sovratrattamento del cancro”, sottolinea. “Stai certo che il tuo team medico ti guiderà sempre attraverso le opzioni migliori per te personalmente”.

In conclusione, la necessità della chemioterapia prima dell’intervento al seno è una decisione complessa e personalizzata. Diversi fattori, come le caratteristiche del tumore, lo stato di salute generale e le preferenze individuali, influenzano questa scelta. È fondamentale un dialogo aperto e trasparente con il proprio oncologo per valutare attentamente i rischi e i benefici di ciascuna opzione terapeutica e definire il percorso di cura più adatto.

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