Perché memorizzare le cose non è una perdita di tempo

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Nell’era digitale, con informazioni a portata di clic, potremmo chiederci: perché affaticarci a memorizzare? Sbagliato! Memorizzare non è un’attività obsoleta, ma un potente strumento per la mente. Allena la concentrazione, migliora la capacità di apprendimento e consolida la comprensione. Lontano dall’essere una perdita di tempo, memorizzare ci rende più agili, creativi e padroni del nostro sapere, costruendo solide fondamenta per il pensiero critico e l’innovazione. Scoprite perché investire nella memoria è un investimento sul futuro.

Ricordi l’ultima volta che hai memorizzato qualcosa, anche un numero di telefono? Con la tecnologia sempre a portata di mano, non abbiamo più bisogno di memorizzare granché.

Tuttavia, la memoria meccanica – il processo di ripetizione delle informazioni fino a quando non si fissano saldamente nel cervello – è caduta in disuso ben prima che laptop, tablet e smartphone diventassero parte della nostra vita quotidiana. Mentre alle generazioni precedenti di studenti veniva regolarmente richiesto di memorizzare poesie, grandi discorsi e persino le tabelline, gli educatori avevano abbandonato questa pratica in quanto improduttiva nel momento in cui la maggior parte dei baby boomer iniziava la scuola.

Un allenamento per il tuo cervello

Ma non tutti credono che la memorizzazione sia una perdita di tempo e fatica. I bambini piccoli che recitano filastrocche affinano la loro memoria in via di sviluppo e vengono introdotti ai modelli linguistici.

E anche dare un nome a quella melodia funziona

La musicoterapista Becky Wellman, PhD, LPMT, MT-BC, afferma che anche la memorizzazione e il richiamo della musica possono potenziare i ricordi latenti, e apprezza il feedback dei caregiver familiari che si meravigliano mentre attribuiscono i cambiamenti nella persona amata al potere della musica.

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“È comune quando si ascolta la musica ricordare precedenti incontri piacevoli con la stessa melodia, quindi non sorprende che questo sia ancora vero in una popolazione che altrimenti avrebbe problemi di memoria”, afferma il dottor Wellman. “Ciò che la maggior parte delle persone non si aspetta, tuttavia, è che la musica possa effettivamente aiutare a costruire nuovi ricordi in questi stessi individui”.

Spiega che durante la musicoterapia, i partecipanti sono effettivamente in grado di imparare nuove canzoni quando “nient’altro sembra restare fedele”.

La ricerca lo supporta. In uno studio del 2015 di Juliette Palisson et al di 12 individui con Alzheimer lieve e 15 controlli sani riportati nel Giornale di neuropsicologia clinica e sperimentalei risultati hanno mostrato che i testi cantati venivano ricordati meglio dei testi parlati, sia immediatamente che dopo un ritardo di memorizzazione, per entrambi i gruppi.

Quindi vai avanti: memorizza qualcosa. O meglio ancora, canta una canzone. C’è un mondo di saggezza là fuori che potrebbe affinare la tua mente e arricchire la tua vita.

In conclusione, memorizzare non è un’attività anacronistica in un’epoca dominata dalla tecnologia. Anzi, allenare la memoria è un investimento prezioso per il nostro cervello. Consolida le conoscenze, facilita l’apprendimento futuro e stimola la creatività. Liberarci dall’onere di dover cercare ogni informazione ci permette di pensare in modo più critico e di concentrarci su processi cognitivi più complessi. Memorizzare, quindi, non è una perdita di tempo, ma un potente strumento per potenziare le nostre capacità cognitive e arricchire la nostra vita.

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